Presentato il progetto con cui i detenuti iscritti all’Ateneo realizzano un podcast letterario.
Nei giorni scorsi è stato presentato alla Casa circondariale di Rebibbia il primo podcast del laboratorio “Le voci di dentro”, realizzato dall’Università degli studi di Roma “Tor Vergata”.
Il progetto, finanziato dalla Regione Lazio, si inserisce nell’ambito di un più ampio programma per “l’efficienza della didattica e l’applicazione delle competenze tramite le risorse digitali”: già anni fa due detenuti dell’Alta Sicurezza avevano immaginato di mettere a frutto le competenze acquisite nel corso degli studi producendo audiolibri. L’impegno di “Tor Vergata” nell’educazione in carcere dura da molti anni, durante i quali molti detenuti hanno coronato l’obiettivo finale della laurea, partecipando anche a progetti come questo del podcast, grazie al quale possono applicare le nozioni apprese con il corso di studio; questa opportunità l’ha sottolineata la prof. Cristina Pace, docente di Drammaturgia antica presso il nostro Ateneo e curatrice del progetto: “Per restare fedeli alla vocazione del progetto originario, abbiamo progettato un podcast di argomento letterario, immaginando come principali destinatari i ragazzi e le ragazze delle scuole secondarie. L’idea è quella di mettere in comunicazione il mondo esterno con il mondo di chi sta dentro per il tramite della letteratura, attraverso le parole dei poeti interpretate dalla voce di chi vive in carcere”.
Grazie al finanziamento della Regione Lazio è stato possibile realizzare un piccolo studio di registrazione all’interno della casa circondariale e avviare così la realizzazione di prodotti audio; come specifica Pace si è scelto di privilegiare la forma del podcast, più articolata e versatile rispetto a quella dell’audiolibro, e sempre più diffusa, anche se sconosciuta all’interno del carcere.
Per realizzare il primo podcast, intitolato L’Iliade, anche gli eroi piangono, due gruppi di studenti detenuti, universitari e dell’ultimo anno delle scuole superiori, si sono riuniti una volta a settimana per leggere insieme il poema omerico, discutere dell’opera e dei temi ad essa facilmente collegabili: la guerra, i conflitti, la dignità, il potere, la morte, ecc. D’altronde il tema del mito non è del tutto nuovo agli studenti: da tempo riecheggia nelle mura della casa circondariale.
Alla presentazione del progetto hanno partecipato Marina Formica, delegata del Rettore di Roma “Tor Vergata” per le attività negli Istituti penitenziari, Filippomaria Pontani, professore di Filologia classica dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, Giuseppina Boi, educatrice di Rebibbia, Stefano Anastasia, Garante regionale per i diritti delle persone private della libertà, Valentina Calderone, Garante per il Comune di Roma, nonché i partecipanti al progetto, e le ragazze e i ragazzi di una classe terza del liceo E. Amaldi di Roma, che hanno condotto parallelamente la lettura dell’Iliade guidati dalla professoressa Pamela Cerulli.
Questo tipo di iniziative confermano il ruolo fondamentale della cultura nel percorso trasformativo che il carcere, secondo la nostra Costituzione, dovrebbe sempre offrire; come anche l’attività parallela dell’associazione “Manovalanza” presentata dalla regista Adriana Follieri che il 16 giugno presenta nell’ambito del “Campania Teatro festival” lo spettacolo “Disadirare”, ispirato all’Iliade, preparato con alcuni ragazzi dell’Istituto penale minorile di Airola (BN) e le ragazze di una scuola di Sant’Agata de’ Goti.
Il podcast sarà pubblicato in autunno (previa autorizzazione dell’ufficio stampa del DAP).
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