Il 20 aprile 2024 si è svolta l’iniziativa Notte della solidarietà promossa dal Prorettorato alle politiche di innovazione sociale dell’università di Roma Tor Vergata e organizzata dall’Assessorato alle Politiche sociali e alla salute di Roma in collaborazione con l’Istat. L’evento ha fatto seguito alla prima indagine pilota del 31 marzo del 2023 nel rione Esquilino e nell’area intorno a piazza dei 500.
La rilevazione 2024 si è svolta all’interno dell’anello ferroviario di Roma Capitale esteso alle stazioni ferroviarie di Roma Ostiense, Tiburtina, Trastevere e Tuscolana, nonché in alcune specifiche zone del Municipio X considerate residenziali. La zona censita è stata suddivisa in 338 aree raggruppate in 20 insiemi chiamati cluster.
Secondo gli organizzatori, la manifestazione ha come fine quello di individuare, censire e raccogliere informazioni sulle persone senza tetto, presenti in una determinata area della città di notte, ha visto la partecipazione di oltre 250 studenti e personale di Roma Tor Vergata. Sono scesi in strada per tutta la durata della manifestazione 1962 volontari.
Nella lotta contro il fenomeno dei senza tetto la conoscenza è consapevolezza, ribadiscono dall’assessorato romano. Ed è esattamente per questo motivo che l’iniziativa ha avuto un grande impatto. La notte della solidarietà rappresenta un passo avanti significativo per comprendere meglio le sfide che affrontano le persone senza casa nella nostra comunità e per meglio organizzare il supporto di cui hanno disperatamente bisogno.
La rilevazione è stata effettuata con due azioni distinte. Da una parte c’è stata l’osservazione e la misurazione delle persone senza tetto presenti in strada. Dall’altra è stato rilevato quante persone usufruiscono di sistemazioni di fortuna o nei dormitori e nelle strutture di accoglienza.
L’osservazione in strada è stata effettuata da squadre di volontari che hanno avvicinato le persone senza fissa dimora nel perimetro stradale assegnato e hanno posto loro alcune domande, secondo un questionario appositamente preparato dall’Istat. Ai clochard sono state poste domande sulle loro condizioni di vita attuali, sulle difficoltà incontrate e sui servizi di supporto utilizzati, con lo scopo di creare un quadro completo della loro situazione.
I volontari hanno ribadito che il censimento non è solo una lista di numeri, ma una narrazione delle storie di chi lotta ogni giorno per sopravvivere senza un tetto sopra la testa.
Secondo Cristiana studentessa del Corso di laurea in Infermieristica di Roma Tor Vergata che ha partecipato a entrambe le rilevazioni "L'impatto diretto con i più fragili non è stato facile, ma ancora più difficile è stato ribaltare alcuni ruoli e visioni. Abbiamo avuto l'onere e l'onore di entrare in punta di piedi nella vita di queste persone che, contrariamente a quanto si pensi, hanno voglia di sentire e farsi sentire. Non abbiamo solo censito delle statistiche, ma delle intere vite". La sua testimonianza, riportata anche nelle pagine del quotidiano romano Il Tempo, svela anche un aspetto di ulteriore valore: "La notte della solidarietà ci ha permesso di crescere umanamente”.
Il rettore dell’università di Roma Tor Vergata Nathan Levialdi Ghiron ha dichiarato: “la presenza dell’Ateneo nella progettazione e organizzazione di questo evento rappresenta appieno le funzioni che deve avere oggi l’Università sul territorio. Interagire con le Istituzioni per mettere a disposizione di tutti le proprie competenze e contribuire in modo fattivo a dare delle risposte ai bisogni ritenuti prioritari”.
“L'obiettivo ultimo di questa iniziativa non è solo raccogliere dati”, ha commentato Rosaria Alvaro, prorettrice alle Politiche di innovazione sociale di Roma Tor Vergata “ma anche creare un futuro più inclusivo e solidale per tutti i membri della comunità”.
Spiega la professoressa: “Il censimento fornisce un punto di partenza cruciale per progettare politiche e programmi efficaci che possano abbattere le barriere e creare opportunità per coloro che sono senza casa. La rilevazione dei senza tetto è un passo essenziale verso una città più inclusiva. È solo conoscendo la realtà di chi vive per strada che possiamo agire in modo efficace per offrire supporto e soluzioni concrete."
“Anche grazie a questo approccio – conclude Alvaro - è possibile iniziare a identificare le esigenze specifiche di coloro che si trovano in situazioni di vulnerabilità per cercare di migliorare così la capacità di fornire servizi mirati e soluzioni su misura. Dall'accesso a servizi sanitari fondamentali alla possibilità di partecipare a programmi di formazione professionale, ogni risposta al censimento è una voce che chiede aiuto e supporto”.