Durante le celebrazioni dei 2000 anni dalla nascita di Gaio Plinio Secondo, detto Plinio il Vecchio – scienziato, scrittore nonché ammiraglio della Flotta Romana di Miseno, morto in seguito all’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. - emerge una straordinaria ricostruzione del suo volto grazie al felice connubio tra ricerca classica e tecnologia moderna.
Il progetto di ricerca, diretto dalla Prof.ssa Olga Rickards, al tempo Direttrice del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e del Centro di antropologia molecolare per lo studio del DNA antico, ha visto coinvolto un team multidisciplinare composto dalla Prof.ssa Cristina Martinez Labarga, il Prof. Mattia Falconi, e il Dott. Renato Taddei per il Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, il Prof. Raoul Carbone di Idra Interactive Studios e il Prof. Marco Accordi Rickards di Fondazione VIGAMUS.
Il tema centrale della ricerca è stata la ricostruzione fisiognomica manuale computerizzata del volto di Plinio il Vecchio sulla base dei resti del cranio conservati presso l’Accademia di Arte Sanitaria, parte del Presidio Ospedaliero Santo Spirito in Sassia (Roma, Italia), dove sono stati svelati i risultati con la presentazione del “Report degli studi sul ‘supposto cranio’ di Plinio il Vecchio” da parte del team di ricerca.
Al centro del progetto la ricostruzione craniale e facciale degli ipotetici resti dell’illustre storico, le cui spoglie sono state recuperate seguendo le indicazioni riportate dal nipote, poi adottato, Plinio il Giovane.
Il cranio alla base dello studio è stato sottoposto ad un'approfondita analisi antropologica forense e del DNA finalizzata a valutare il sesso, l’età al momento della morte, e alcuni indici craniali, permettendo di indicare le caratteristiche morfologiche.
Nel dettaglio, il neurocranio mostra un buon stato di conservazione, ma solo pochi elementi dello splancnocranio si sono conservati. Per ricostruire le ossa facciali mancanti, è stata utilizzata la morfometria geometrica, mentre grazie alle tecniche di ricostruzione 3D computerizzata applicate all’antropologia forense si è potuta ricreare la forma tridimensionale del cranio e le fattezze del volto del soggetto, ottenendo un busto virtuale in linea con gli standard internazionali di settore. Lo studio utilizza anche le informazioni storiche del suo stile di vita unite a quelle fornite da Plinio il Giovane e persino una auto descrizione dello stesso storico, che hanno contribuito allo straordinario risultato finale.
L'appartenenza delle spoglie a Plinio il Vecchio si basa sul luogo di recupero corrispondente a quello della sua morte come riportato da Plinio il Giovane. Inoltre, i gioielli e la spada recuperati insieme ai resti scheletrici sono coerenti con un uomo di status d'élite coinvolto in un ruolo di comando.
Il dipartimento di Biologia dell’Università Tor Vergata, Fondazione VIGAMUS e Idra Interactive Studios, unitamente al Museo Casa di Raffaello in Urbino, sono inoltre protagonisti di una ricerca interdisciplinare del 2020 che ha svelato il volto di Raffaello Sanzio. Il team multidisciplinare coinvolto nella ricerca, lo stesso coinvolto nel progetto focalizzato su Plinio il Vecchio, ha recentemente pubblicato “Il volto di Raffaello Sanzio: un percorso durato 500 anni”, volume dove si esplora il processo di ricerca antropologica e di ricostruzione 3D del volto del “divin pittore” partendo dall’analisi morfologica e metrica del calco del cranio conservato presso la casa natale dell’artista.
Link:
Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria
Museo Casa di Raffaello Sanzio in Urbino
Foto Credit: Presidio Ospedaliero Santo Spirito, Dipartimento di Biologia Università Tor Vergata, Fondazione VIGAMUS, Idra Interactive Studios.