Il terzo lunedì del mese di gennaio è considerato secondo la tradizione anglosassone il giorno più triste dell’anno, dando inizio a una settimana all’insegna del cattivo umore. Una tesi molto discussa e molti in realtà spiegano le possibili difficoltà psicologiche di questo periodo attraverso gli effetti delle rigide temperature invernali e la difficoltà di riprendersi dalle festività di fine anno, mentre la primavera è lontana da raggiungere. Come cercare comunque di convivere con questo “faticoso” periodo dell’anno, che sia Blue Monday o no?
La professoressa Laura Di Renzo, ordinaria di Scienze e Tecniche Dietetiche Applicate del Dipartimento di Biomedicina e prevenzione dell’Università di Roma Tor Vergata, ne ha diffusamente parlato al TGR Lazio nell’edizione delle 19:30 del 14 gennaio, sottolineando gli aspetti più importanti dal punto di vista alimentare, perché il proprio umore può migliorare anche a seconda della dieta personale seguita.
Ecco i principali consigli forniti e interrogativi a cui la docente dell’Ateneo ha dato risposta per affrontare l’inizio di questa settimana unica nel suo genere. La professoressa Di Renzo inizia descrivendo il ruolo che ha la dieta mediterranea italiana di riferimento per contrastare la mancanza di stimoli nel quotidiano: “La dieta mediterranea riduce il rischio di malattie metaboliche, le croniche degenerative – dall’obesità, alle malattie cardiovascolari, e migliora il nostro stato di salute mentale. Una dieta che migliora anche il nostro microbiota intestinale, quell’apparato che fa da connessione intestino-cervello e controlla il nostro stato d’animo, e ripristina l’eubiosi”.
Di cosa si compone la dieta mediterranea e in che modo incide? A questo interrogativo la professoressa di “Tor Vergata” risponde che “in generale alla base c’è l’olio extra vergine di oliva. A questo va sicuramente aggiunto il consumo di cereali, legumi, frutta a guscio; e poi il pesce ma anche un consumo moderato di un buon bicchiere di vino rosso. Da limitare invece il consumo di carni rosse e bianche, di zuccheri e dolci”.
La docente approfondisce poi perché questa può essere definita la dieta della felicità “di fatto questi alimenti contengono sostanze a proprietà nutraceutica funzionale che migliorano stato di salute che sono ricche di minerali, polifenoli antiossidanti o amminoacidi come il triptofano (un aminoacido presente in molte proteine di origine animale e vegetale) che aiuteranno a sintetizzare la serotonina, le cosiddette molecole della felicità. Anche un semplice piatto di pasto con olio o pomodoro può contribuire, come broccoli o spinaci, che contengono minerali e aiutano a sintetizzare la dopamina, altra molecola fondamentale per l’equilibrio psicofisico e se ne possono mangiare fino a 200/300 gr. al giorno, utili anche per la ricchezza di fibre”.
Che sia scientificamente provabile o no, “il giorno più triste” dell’anno spinge a riflettere, anche sulle proprie abitudini a tavola. E una buona dieta mediterranea fa sempre bene: forse questo è l’aspetto più importante da sottolineare.
Il servizio completo del TGR Lazio, dal minuto 10:44: