Nel sentire comune emozioni come la paura o rabbia hanno sempre avuto una connotazione negativa. Ultimamente stanno finalmente vivendo un processo di riabilitazione, vedendosi riconosciuto lo status di emozioni da accogliere ed elaborare, nella giusta maniera.
In un articolo di Repubblica.it del 12 ottobre si parla di un problema generazionale, in cui serpeggiano ansie, paure e sfiducia. Quanto sono pericolose, come si affrontano? A far luce in particolare sulla questione paura e a restituire un po’ di conforto su questo tema è intervenuto il professor Alberto Siracusano, ordinario di Psichiatriae Direttore del Dipartimento Salute Mentale al Policlinico Universitario “Tor Vergata”, ospite a “Elisir”, programma di Rai3 condottoda Michele Mirabella e Benedetta Rinaldi, lo scorso 25 ottobre.
La paura è un’emozione indispensabile, ci difende dalle minacce, ci fa agire con cautela. Se non si avesse paura non si farebbe attenzione ai pericoli, dai più banali a quelli più rischiosi. Anche i bambini si regolano in base a paure evolutive, che servono proprio per proteggersi e crescere. “Stiamo vivendo un periodo in cui la paura si è trasformata” ammette il professore, riferendosi agli ultimi eventi di portata mondiale che sicuramente hanno contribuito alla diffusione del sentimento di ansia e paura in tutta la popolazione e, soprattutto, nei giovani.
Oltre alla guerra e alla pandemia, che sono ovviamente più specifiche, ci sono diversi tipi di paure che agitano i giovani e che trasmettono dubbi, paura del domani, incertezza sul proprio futuro, su cosa investire. Tutto questo porta ad uno stato d’ansia fortemente stressante.
Alla domanda se queste siano paure sociali o individuali il professore risponde che sono entrambe: ciò che cambia è la risposta. Ognuno ha delle risorse psicologiche individuali, perciò le risposte a questi eventi sono diverse, soggettive. A ogni evento e stimolo l’individuo attiva delle risposte proprie, che attraversano un ampio spettro di possibilità, dall’aggressività alla fuga, perché ampio è anche il ventaglio di tipi di paure: dall’estremo elemento che crea ansia, il prototipo e cioè la paura della morte, a quelle di “grado più basso”. Inoltre si deve fare una distinzione tra la paura, l’ansia e la fobia: quest’ultima si tratta di una patologia che si focalizza, solitamente, su qualcosa che non possiamo controllare (come per esempio l’aracnofobia); la paura è qualcosa di utile, che ci prepara alla vita, che ci porta a comportarci con prudenza.
Un eccesso di protezione può portare a passare le proprie paure ai figli: bisogna prestare molta attenzione al modo in cui trasmettiamo il messaggio di allerta, per evitare di trasferire un meccanismo patogeno. Come affrontare le proprie paure? Una volta che se ne è individuata l’origine, si può determinare se la scelta migliore sia optare per la psicoterapia o, nei casi in cui è richiesto un lavoro più approfondito, ricorrere anche a un trattamento farmacologico.
Rassegna stampa
https://www.repubblica.it/economia/2022/10/12/news/giovani_lavoro_censis-369579003/