Detenzione e reinserimento sociale. Diritto allo studio, diritto al lavoro, questo il titolo del
convegno organizzato dal Gruppo "Teledidattica-Università in carcere" dell'Universitàdi Roma "Tor
Vergata" e ospitato il23 marzo 2022 alle ore 16:30, presso l’Aula MoscatidellaMacroarea di
Lettere e Filosofia di Roma “Tor Vergata”e indiretta streaming su Youtube.
Un ulteriore evento di confronto che testimonia, con i suoi importanti ospiti, la lungaattivitàdel
progetto di "Tor Vergata" "Universitàin carcere". Il convegno nasce con l’intento didiscutere del
valore potenziale del reinserimento sociale e dei limiti tangibili della sua applicazione,
attraverso un incontro che unisce voci competentie al tempo stesso eterogenee,partendo dal
presupposto che il carcere puòe deve essere uno spazio di confronto e scambio e che, come luogo
di aggregazione sociale, ha bisogno di essere pensato in un ambito comunitario ben piùampio e
articolato delle mura che lo delimitano.
Prenderanno parte al convegno:
Orazio Schillaci, Rettore Universitàdi Roma “Tor Vergata”
Mauro Palma, Garante nazionale delle persone private della libertà
Miguel Gotor, Assessore alla Cultura del Comune di Roma
Stefano Anastasia, Garante delle persone private della libertàper la Regione Lazio
Marta Bonafoni, Consigliera regionale
Gabriella Stramaccioni, Garante delle persone private della libertàdi Roma Capitale
Rosella Santoro, Direttrice della Casa Circondariale Rebibbia Nuovo Complesso
Deborak Moccia, Funzionaria giuridico–pedagogica della Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo
Complesso
Pier Paolo Filippelli, Magistrato
Mauro Pellegrini, “CaffèGaleotto”
Giovanni Colonia,Giuseppe Perrone,Filippo Rigano, studenti iscritti presso l’Universitàdi
Roma “Tor Vergata” e detenuti presso la Casa Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso.
Moderatrice del convegno, Marina Formica, Responsabile del progetto “Teledidattica-Università
in carcere”.
L’attivitàformativa predisposta dall’Ateneo di Roma “Tor Vergata” all’interno della Casa
Circondariale di Rebibbia Nuovo Complesso, da oltre un decennio, va oltre la sola presenza
all'interno del carcere: rende accessibile alle persone recluse un’offerta formativa universitaria e
necessariamente apre un dibattito su questioni di ordine sociale, che vanno oltre la didattica.
Interrogativi sul diritto allo studio, e di conseguenza sul diritto al lavoro.